Le sacre immagini nella “Cava delle pietre”


 

[da M.S. Calò Mariani, La scultura lapidea, in Ead. (ed.), Capitanata medievale, Foggia 1998, pp. 163-164]

 

 

Un’altra Vergine fra gli Angeli, scolpita su una lastra nella grotta dell’Arcangelo, mostra che questo momento di grazia cortese non rimase senza risonanza. […]

Altre immagini di Santi, dai volti arcaizzanti e i panni duramente solcati, esposte sulle pareti della grotta, quasi a comporre una galleria pietrificata, sembrano uscire dalla bottega di Simeon, intorno alla quale orbitava fra Tre e Quattrocento una devota clientela.

In tali opere si confondono e vivono insieme accenti romanici e gotici: questi ultimi spesso svigoriti per la rigidezza della linea e la resa delle forme, come compresse e bloccati. Emerge con chiarezza, di fronte alla vitalità del linguaggio gotico, ancora una tendenza divergente e in qualche modo regressiva. Un paesaggio culturale in cui accanto a una committenza aggiornata e avvertita, larghe fasce conservatrici perpetuano eredità di segno bizantino e romanico.

 

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