Importante scoperta archeologica a Larino: alla luce i ruderi d’una Chiesa paleocristiana


 

[da “Il Corriere-Momento Sera” del 2 settembre 1948, in U. Pietrantonio, Considerazioni e Osservazioni su alcune Opere di Storia del Molise recenti e passate, Campobasso 1992, Appendice]

 

 

Larino, settembre

Qualche giorno fa subito si è sparsa per il nostro centro la notizia che dai lavori di scavo praticati nei pressi del locale cimitero erano stati scoperti dei ruderi di una antichissima chiesa cristiana. Per renderci conto di quanto si vociferava con una certa insistenza, ci siamo recati sul luogo dei lavori, accompagnati dal rev. Don Giuseppe Lattanzio, Ispettore onorario ai Musei e alle Antichità. Accolti con molta cordialità e cortesia da dr Cianfarani, sovraintendente alle antichità degli Abruzzi e Molise, abbiamo voluto chiedergli dei chiarimenti e la sua autorevole opinione in proposito. Prima che avesse inizio la nostra conversazione, il dr Cianfarani, che con grande entusiasmo e passione dirigeva gli scavi sfidando un caldo opprimente, ha voluto farci una piccola promessa. Egli così ci ha detto:

«L’Abruzzo e il Molise sono regioni feconde e ricche di monumenti artistici, che dal punto di vista archeologico sono poco sfruttate.

Fin dal 1947, da quando presi il posto del dr Annibaldi, trasferito ad Ancona, mi occupai della pratica dei mosaici di Larino, certamente di notevole importanza. Ricordo che uno di questi, con la rappresentazione del leone, interessante per le peculiarità tecniche e per intrinseci pregi artistici, è stato scoperto circa 10 anni fa nel fondo del dr Battista. In quel tempo subito si pensò di distaccarlo per conservarlo in una pubblica raccolta; il che non fu possibile di effettuare per diverse ragioni. Ho constatato io stesso il valore del mosaico e sono venuto a conoscenza di altri che pure sono di grande importanza, e nello stesso tempo ho voluto rendermi conto dei resti dell’antica città. E così ho avuto occasione di rintracciare vari monumenti, e in base a ciò che ho visto pensai che sarebbe stato opportuno compilare la carta archeologica della città, segnando tutto quello che è in vista, per poi attendere di poterle completare mediante una o più campagne di scavi. Per questa carta già sono in atto lavori preparatori. Difatti un tecnico del luogo, dr Rainone, si è assunto l’incarico di rilevare tutti i ruderi della città».

A questo punto ci siamo permessi di interromperlo e gli abbiamo chiesto: «Ci scusi, dottore, le saremmo grati se volesse piuttosto dirci qualcosa di questi ruderi rinvenuti recentemente».

«In questa esplorazione, proseguì l’insigne studioso, sono stato attratto da un edificio il quale per il carattere delle murature sembrava relativamente tardo. La pianta di questa costruzione mi fa pensare senza dubbio ad una antica chiesa di notevole nobiltà architettonica. Di queste reliquie fa menzione anche il Tria nella sua apprezzabile opera, in cui si legge che questi secondo il pensiero dell’autore, erano dei ruderi di un tempio dedicato a S. Primiano, tempio che credeva eretto sui resti di una chiesa pagana. Attualmente non ho modo di rilevare la veridicità di questa asserzione, che tuttavia ritengo infondata. Viceversa osservo che la chiesa è lontana dai ruderi dell’antica città, tanto che si può supporre che sia fuori del suo perimetro. Questo porterebbe a far pensare che si tratti di una chiesa cimiteriale, ossia elevata sopra una tomba venerata.

Difatti avvenuto il martirio di S. Primiano nell’interno dell’anfiteatro credo che il corpo sia stato deposto fuori della città o di una tomba privata o in una di quelle sepolture collettive, di cui gli esempi più noti sono le catacombe romane. Quanto all’epoca della costruzione di questo edificio, rimonterebbe circa due secoli dopo l’editto di Costantino, quindi si tratterebbe certamente di una chiesa paleocristiana».

«Che cosa ha rinvenuto dentro di questa?».

«Ho fatto dei saggi nell’interno del tempio ed ho trovato delle sepolture che ritengo più tarde della fondazione della chiesa stessa».

«Prima di lasciarla gradiremmo sapere che cosa ne pensa lei della istituzione a Larino di un antiquario».

«Sto caldeggiando l’istituzione di un museo archeologico a interesse nazionale dove Larino sarà degnamente rappresentata. Questo però non parte di conseguenza alla emigrazione da codesto centro di tutti i reperti archeologici, ma vi potrebbero restare gli oggetti di interesse locale, e quelli di cui compaiono più esemplari. Ed io sono favorevole a farli rimanere qui, ma Larino deve dare delle garanzie sufficienti per la valorizzazione e manutenzione».

 

ANTONIO DI LENA

 

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